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Gola Interviste

Serenità e rispetto, così guido la mia brigata

Maurizio Bardotti, chef Osteria Passo dopo Passo

Classe 1978, una lunga esperienza prima di approdare dal 2020 nel borgo di Fivizzano di proprietà della Famiglia Zingarelli, Maurizio Bardotti è oggi lo chef di Osteria Passo dopo Passo all’interno dell’azienda Rocca delle Macìe.  “Condivido una grande sintonia con questo luogo, per l’atmosfera che qui si respira insieme ad una brigata giovane e motivata. La mia cucina si fonda sui sapori della nostra regione, la cucina toscana mi ha permesso di essere quello che sono diventato. Propongo piatti che partono da queste basi affinate con nuove tecniche e sapori, perché come il vino, anche i prodotti di ciascun territorio conservano la loro identità e la trasferiscono nel piatto per offrire delle sensazioni uniche e inimitabili.”

 

Maurizio Bardotti, chef Osteria Passo dopo Passo

Passo dopo Passo

Passo dopo Passo

Maurizio Bardotti, chef Osteria Passo dopo Passo

Foto di Luca Managlia

Gola gioconda - Passo dopo Passo

L'intervista

Prima di parlare di quello che stai facendo dicci qualcosa del tuo progetto

Da un po' di tempo lavoro al progetto di un ristorante gourmet, anche se questo termine è molto abusato. Voglio riprendere il cammino che si è interrotto con il covid. In pratica abbiamo pensato alla ristrutturazione dei locali della famiglia Zingarelli presso Rocca delle Macìe dove c’è una cantina, un museo, un’enoteca per la degustazione, uno spazio che spero di aprire entro la primavera del prossimo anno. Ci sono stati pensieri, progetti, disegni e prove e ora aspetto con orgoglio di poterlo inaugurare, dopo che ho disegnato le cucine, la sala e dopo aver pensato anche a una tipologia di servizio per noi cuochi che, credo, rappresenti un’idea non facile da trovare.

Qualche anticipazione?

Voglio proporre un’interazione con i clienti al 100%, vorrei che chi viene a mangiare da noi si sentisse parte della brigata e noi clienti insieme a loro. Fremo per questo progetto ambizioso che immagino fresco e giovane. Ci sono tante novità ma che non voglio svelare, anche per scaramanzia.

Sei un “arnolfino”, anche tu forgiato a quella grande scuola di Gaetano Trovato, poi ovviamente hai fatto le tue esperienze e ti sei guadagnato le tue stelle. Ci riassumi i valori che guidano il tuo lavoro?

Grazie per questa domanda mi fa piacere parlare non solo di tecnica, per quanto importante. Lo dico sempre anche ai miei ragazzi, dagli chef si impara, poi ognuno fonderà tutto quello che ha visto e si farà la sua tecnica. Ma io raccomando sempre la serenità e il reciproco rispetto. Ho avuto maestri che mi avrebbero tirato dietro una padella e altri gentili, con tutti ho dato il massimo ma io ho voluto mettere la serenità e la gentilezza al centro del mio rapporto con lo staff. I ragazzi lo sanno, mi arrabbio poco e penso che aver creato un terreno fertile aiuti tutti a dare il massimo.

 

A proposito di ragazzi e cucina, c’è disaffezione. È un problema di passione? Di soldi? È finita la moda?

Un po' di tutto. La tv ha grande responsabilità nell’aver raccontato un mondo che non esiste, ha creato per anni un’attenzione e un’aspettativa che poi è andata delusa. Qualche responsabilità anche delle tante scuole che sono nate. La vera trincea è qui in cucina. Comunque siamo passati da una fase in cui tutti volevano fare i cuochi alla grande fuga. Ha inciso anche il covid che ha rappresentato una rottura ma ora dovremmo trovare un punto di equilibrio. Manca, purtroppo, un inquadramento per questa professione, e io lo so bene perché l’ho vissuto, ma bisogna trovare un compromesso tra il sacrificio che questa professione comporta e il giusto riconoscimento

Sei in un territorio tra i più belli all’interno di un’azienda famosa nel mondo quanto è importante essere Toscana?

Ma noi tutti in Toscana potremmo chiuderci dentro una muraglia e vivere benissimo, cacciagione, pesce, frutta, verdura. Prodotti eccezionali che ci permettono di portare in tavola piatti di grande qualità in ogni stagione e fammi dire che con orgoglio penso che possiamo guarnire i nostri piatti con erbe e fiori direttamente dai nostri campi.  Ecco a proposito di stagionalità dobbiamo imparare a essere flessibili, non ci può essere un menù stagionale che non tiene conto dei cambiamenti climatici, se l’autunno è caldo si può ritardare il menù invernale e così via per il resto dell’anno.

Hai accennato alla cacciagione a cui forse non diamo la giusta importanza

Ma in Toscana deve essere una punta di diamante, io l’ho riproposta in chiave gourmet perché credo proprio che lo meriti. In tanti non la vedono ma è un errore, abbiamo grandi territori in cui ormai la caccia è di selezione e tra l’altro di grande aiuto a chi in quei territori deve coltivare o vivere. La cucina di caccia è una cucina di grande salubrità.

 

+39 0577 737223
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Aperti dal lunedì alla domenica dalle 12:30 alle 14:30 e dalle 19:30 alle 22. Chiuso il martedì.
Loc. Fizzano 53011 Castellina in Chianti, Toscana

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