Sono nato all’interno della trattoria e ne ho vissuto tutta l’evoluzione a quella che oggi chiamiamo cucina gourmet. Quando è arrivata la stella Michelin avevo 16 anni e non sapevo se questa sarebbe stata davvero la mia vita. In trattoria mi occupavo dell’accoglienza, piccoli lavori ma sparecchiavo anche. Poi nel 1993 sono andato negli Stati Uniti per capire se questo lavoro mi interessava davvero. C’è stato anche un passaggio in un altro locale di famiglia prima di tornare qui nel 2001 come direttore del nuovo Romano.

Viareggio non è un paese ma non è una città grande con i suoi 60.000 abitanti, tanti pregi e qualche difetto. Abbiamo il turismo, la cantieristica navale, il Carnevale sono tutte occasioni che fanno girare tanta gente.
Sul turismo, tanti anni fa, è stata fatta una scelta, quella di puntare sulle famiglie. Una scelta che ha pagato. Anche da noi al ristorante vengono oggi figli che seguono le orme dei genitori.

 
Quelle di sempre, una conduzione familiare dove l’accoglienza è fondamentale. Sappiamo che ci vuole un sorriso ad accogliere un ospite, sappiamo che ha bisogno di riconoscerci, di trovare continuità nelle persone e nelle cose che mangia. Puntiamo molto sulla sala e vogliamo soddisfare il cliente al massimo delle nostre possibilità