La pizza del fornaio
C’è quella gourmet ma c’è anche quella di una volta
Dopo un’infinità di pizze gourmet, con doppia e tripla lievitazione, i pomodorini di quel paese lì che buoni come quelli non ce n’è, con la mozzarella della bufala Guendalina e le acciughe immancabilmente del Cantabrico (che ormai è come il pistacchio di Bronte) m’è venuta voglia della pizza del fornaio. Sono entrato in un forno e ne ho preso un pezzo che ho mangiato seduto alla panchina di un parco.
Bassa ma non secca, la salsa di pomodoro cotta, la mozzarella fusa aveva fatto una crosticina croccante e l’acciuga, anche se non del Cantabrico, dava sapore. Tanto olio ed era pure cotta a legna. Insomma, si è fatta mangiare. Ma poi ho capito, è bastato un attimo per tornare a tanti anni fa quando da bambino quel trancio di pizza lo mangiavo al mare, sulla spiaggia, appena uscito dall’acqua, con quel brivido di freddo che durava un minuto. Appena avvolto nell’asciugamano, c’era lei la pizza, anche con qualche granello di sabbia.
Ecco la pizza del fornaio ha questo di potente, suscita un ricordo, un’emozione. La pizza gourmet no. Comunque, tranquilli amici pizzaioli, domani torno da voi. Il pomodorino giallo, la mozzarella della Guendalina, il cornicione alto sono più buoni, ma gli anni passano e l’infanzia non torna.