Il caffè aumenta ma a chi vanno i soldi?
La tazzina a due euro è solo questione di tempo
C’è sempre una borsa a dettare i prezzi e per quella del caffè quelle che contano sono a Londra e a New York dove le miscele più diffuse, l’Arabica e la Robusta hanno avuto aumenti del 60 e addirittura del 90%. Le cause sono ormai quelle che ascoltiamo sempre più spesso, l’impatto dei cambiamenti climatici che rendono più scarso e comunque più difficile il raccolto. Da qui l’impennata dei prezzi secondo una ferrea legge del mercato. In qualche città gli aumenti sono stati generalizzati in altre si va a macchia di leopardo ma è certo che l’obiettivo di pagare due euro per una tazzina sarà facilmente raggiungibile. Il problema è tutto questo passerà sulle teste dei contadini dei paesi più poveri al mondo da dove vengono le grandi quantità di caffè. Un’industria questa tra le più compromesse dal punto di vista dei diritti dei lavoratori che sono spesso impiegati senza un regolare contratto, in condizioni igieniche e di sicurezza inaccettabili e con un grande uso di manodopera infantile. Loro poco sanno della borsa di New York e del prezzo della tazzina.