Qui si parla di cibo, per i nostalgici non c’è trippa
Reduce dalla Rassegna dell’Olio Extra vergine di Oliva di Reggello mi trovo a fare qualche considerazione su questo straordinario prodotto, merito anche di questa rassegna sempre più interessante grazie ai contributi di Anapoo (Associazione assaggiatori professionisti), Università di Firenze e la presenza di alcuni tra i migliori produttori della Toscana. La prima riflessione è che abbiamo un prodotto straordinario che non dobbiamo avere remore a definire tra i migliori al mondo. La seconda è che un prodotto delicato e a rischio se non si interviene, certo per frenare i cambiamenti climatici ma quello non è alla nostra portata, con nuove tecnologie per la raccolta e la frangitura. Nei giorni della Mostra, che erano anche giorni di raccolta, abbiamo avuto temperature di 27/28 gradi, a che temperatura saranno arrivate le olive al frantoio se non opportunatamente protette? E qui si innesca l’ultima delle riflessioni. Godiamoci questo olio che così buono non è mai stato. I nostri vecchi producevano un liquido dal non troppo vago sapore di morchia che per anni è stato il sapore dell’olio extra vergine di oliva. Succedeva perché la raccolta era fatta a mano, le olive raccolte anche da terra, conservate in sacchi per giorni, frante quando si poteva. Non c’è niente da rimpiangere ma anzi bisogna accelerare sull’innovazione e la tecnologia anche per quanto riguarda la conservazione. Ma di questo parleremo un’altra volta.