La siccità colpisce dove si produce di più
L’acqua, che abbiamo scoperto essere preziosissima, manca di più in Sicilia o in Piemonte? Fino all’estate scorsa nessuno avrebbe avuto difficoltà a rispondere a questa domanda pensando agli aridi paesaggi dell’isola, contrapposti alle rigogliose colture del nord. Invece, la cronaca ce lo racconta ogni giorno, il mondo si è capovolto e mentre il sud prosegue la sua secolare convivenza con la scarsità di acqua il nord è in completa emergenza. Cosa è successo? Al sud niente o quasi. In verità negli anni si è un po' investito in qualche invaso e dove possibile in qualche laghetto ma la verità è che l’agricoltura e le attività produttive hanno saputo e dovuto far buon viso a cattivo gioco. Si chiama resilienza, la capacità di adattarsi alle difficoltà, ed è quello che hanno fatto al sud. Al nord invece si è fatto come la cicala contrapposta alla formica. L’acqua c’è sempre stata, c’erano i fiumi che scendevano dalle montagne innevate fino a primavera inoltrata, c’era il Grande Fiume (sempre meno grande ma nessuno pensava potesse scomparire alla vista come nell’estate 2022) e allora nessuno ha pensato che l’acqua fosse un bene da tutelare. Pochi impianti, coltivazioni assetate d’acqua e allevamenti intensivi sono l’opposto della capacità di adattarsi alla siccità. Per questo e i prossimi anni ci sono poche alternative alla sofferenza ma poi occorrerà ripensare al modello e agli investimenti.