Carlo Magno definì abominevole crosta muffettata di un formaggio, ma poi...
Siamo agli inizi del IX secolo e Carlo Magno ha un impero così grande da impegnarlo costantemente in viaggi in lungo e largo. Capita così da un vescovo di una sperduta provincia all'improssivo e per giunta di venerdi, giorno in cui non può essere servita nè carne, nè pesce. Il poveruomo è disperato e teme il peggio se non saprà garantire un'adegata ospitalità al signore, ma siccome altro non c'è fa preparare una forma di un formaggio "bianco e grasso". L'imperatore fa buon viso a cattivo gioco e assaggia, ma prima con il coltella taglia via la crosta che definisce "abominevole". Il vescovo si fa coraggio e rivolto a Carlo Magno gli segnala che sta gettando la parte migliore del formaggio e aggiunge addiritura "perchè lo fa mio signore?". L'imperatore deve aver pensato un attimo se far fuori l'irriverente vescovo ma poi accetta il consiglio. "Grazie mio buon ospite, avevi ragione" e prima di andar via "ricordati di mandarme due casse ogni anno". Così tanto per ricordarsi che in ogni epoca il palato ha avuto biosgno di essere educato.
Da "I racconti della tavola" di Massimo Montanari, editori La Terza