Siamo riusciti a fare indigestione dei panettone prima ancora delle feste natalizie.
Mai così tanti, ripieni di ogni ben di Dio, più o meno lievitati, con i buchi grandi o piccoli, con i canditi e senza, con le arance, le prugne, l’olio, la cioccolata, le noci. Ma è ancora panettone? Facciamo una passo indietro. Solo fino a qualche anno questo scempio del dolce tipico della tradizione era vantaggio esclusivo della grande industria che, forse per mascherare la non eccelsa qualità degli ingredienti fondamentali, arricchiva il dolce fino all’inverosimile. Perchè è bene ricordare non è la somma degli ingredienti a fare il prezzo ma la loro qualità. Ora però, complice forse questo tempo rarefatto, di ordini on line, pasticcerie chiuse, cuochi improvvisati e pasticceri della domenica la rete si è riempita di una quantità e varietà di panettoni mai visti. Il solito consiglio, non richiesto da vecchio brontolone, oggi la vera sfida è fare una panettone tradizionale, quello con tanto burro (buono) e tanti canditi. Noi dovremo essere pronti a pagarlo per quello che vale, circa 40 euro.