Consigli, non richiesti, ai giovani cuochi.
Non so se sono responsabile della scelta di mio figlio di fare il cuoco. Avrà respirato l’aria di una casa dove si è sempre cucinato e mangiato bene, sarà stato lo spirito del nonno chef o forse, più prosaicamente, la poca voglia di studiare. Fatto è che me lo sono ritrovato cuoco. E allora inevitabilmente guardo con più attenzione i giovani cuochi. Li guardo mentre lavorano, cerco di interpretare desideri e aspirazioni e siccome sono un vecchio un po' palloso, non posso fare a meno di dare qualche consiglio. Fate un bel lavoro, l’altra sera parlando con uno chef concordavamo che è uno dei pochi mestieri che ti consente di cambiare vita quando vuoi. Se sai fare uno spaghetto a pomodoro come si deve, all’estero un lavoro lo trovi sempre. Non tutti possono fare altrettanto. Ma, ci sono tanti ma. E’ un lavoro faticoso, purtroppo di moda e di conseguenza di voi è facile approfittarsi. Che posso dirvi? Mettetecela tutta, in cucina non ci si risparmia ma guardatevi sempre e comunque intorno. Non c’è solo la cucina. Il giorno libero (esigetevelo, non siete schiavi!) spendetelo bene, siete stanchi si ma dormire non è tutto. Uscite, meglio se con qualcuno che fa un altro lavoro, fate una passeggiata (la cucina è l’anticamera del mal di schiena), distraetevi. E siate curiosi, a 20 anni poco più, niente è per sempre, sopratutto quel ristorante.