È in pericolo l’agricoltura che tutela la terra
La Giornata della terra, richiede di indirizzarci su azioni concrete. Quest’anno coincide con una crisi epidemica, frutto degli abusi contro la Madre terra, che mette a rischio il sistema agroalimentare. È in pericolo l’agricoltura che tutela la terra, la riconduce all’umanità, sostenendo l’ambiente e assicurando la nutrizione. La produzione agroalimentare è un bene indispensabile. Gli agricoltori affrontano una partita in cui è a rischio salute e lavoro. Basterebbe saltasse un anello del comparto agricolo, un trasportatore che si ferma, un trasformatore in quarantena, per bloccare raccolta e vendita, lavorazioni, semine, trapianti e perdere l’annata. Questo colpirebbe la popolazione, specie le fasce più deboli e genererebbe un colpo grave per l’UE, di cui l’Italia agricola è oggi asse portante. Perciò serve subito la riforma della PAC. Con le migliori performance europee, l’Italia riceve però la cifra più bassa tra i paesi agricoli dell’Unione. Ne è causa il sistema di ripartizione dei fondi della PAC, che destina i finanziamenti soprattutto sugli ettari e favorisce la speculazione fondiaria. Eppure i dati dovrebbero far capire quanto il sistema oggi penalizzi i paesi che portano valore con la qualità, l’agroecologia, le produzioni tipiche, biologiche, biodinamiche. Dimenticanza che in questa crisi non possiamo più permetterci. Con il sostegno al reddito agricolo, il cui indicatore in Italia ha avuto una flessione del 2,7% solo nell’ultimo anno, valorizzeremo la nostra manodopera. Passata l’emergenza toccherà proprio all’agricoltura assorbire parte della disoccupazione senza precedenti, che si sarà generata. Si tratta di centinaia di migliaia di posti di lavoro già pronti in Italia e di tanti altri a venire, ma devono essere qualificati, con alte competenze e giuste remunerazioni. Di questa strategia è esempio eccellente l’agricoltura biologica e biodinamica, di cui l’Italia è il primo esportatore (con gli USA primo produttore), ma che opera da anni senza una legge. Il settore è a grande valore aggiunto e potrà fare la sua parte. Il sistema biodinamico (un fatturato di oltre 13.000 euro ettaro rispetto alla media italiana di 3.200) potrebbe essere un caso replicabile, a vantaggio dell’agroalimentare italiano tutto. La mancanza di una legge (Il disegno di legge è fermo al Senato da 15 mesi), costringe le imprese biologiche e biodinamiche a fare la loro parte durante il Covid 19 con le mani legate. Il Senato, dando un segnale di solidarietà, può approvare in questi giorni e rendere operativa la legge sul biologico e biodinamico, già approvata alla Camera. Possiamo agire iniziando con tre misure sensate e urgenti. La prima è varare una riforma agraria universale, la seconda è assicurare la riforma coraggiosa della PAC, la politica agricola europea. la terza è iniettare denaro fresco di donazione a sostegno del lavoro agricolo e sperimentare il reddito universale di base a partire dai contadini.
Carlo Triarico